Ciao Anna, grazie per aver accettato questa intervista! Parlaci un pò di te…


Mi chiamo Anna Freschetti e ho 28 anni, a Dicembre 29, e sono di Carpi. Lavoro in Data da sei anni, mi occupo di formazione e assistenza nel reparto aziende.


Anna, Come sei arrivata in Data?

Sono arrivata in Data perché ho frequentato le superiori con Sara, la mia collega. Dopo la scuola ho iniziato un percorso universitario a Modena ma ho presto capito che non era la mia strada. 



Grazie a Sara che mi ha informata che in Data stavano cercando una nuova figura per il reparto aziende, ho presentato la mia candidatura.. e dopo un paio di colloqui, a Febbraio 2018 ho iniziato a lavorare qui. 

Interessante. Quali sono stati i momenti più significativi della tua esperienza qui in Data?

Sicuramente la cosa più importante, che nel mio caso ha fatto proprio la differenza, anche nei momenti più difficili, è stato ed è il gruppo di persone con cui lavoro nel reparto Aziende. Non intendo dire solo che, per una mia predisposizione caratteriale, preferisco lavorare in team, ma che il valore aggiunto di questo lavoro per me sono le persone con cui lavoro. Lavorare in sinergia con loro si rivela un’occasione speciale ogni giorno. 

Mi viene in mente quello che dice la scuola della Gestalt in psicologia “percepiamo l'insieme, che è qualcosa di più e di diverso della semplice somma degli elementi”.

Esattamente, penso che ogni persona del team di cui faccio parte sia unica e che le particolarità di ognuno di noi diano un valore diverso al modo in cui ci presentiamo e al lavoro che svolgiamo quotidianamente con i nostri clienti. 

Posso chiederti di raccontare una situazione particolare che evidenzia questa importanza del gruppo?

In sei anni ho collezionato tanti ricordi, sia di momenti fuori dall’ufficio vissuti insieme che nel contesto professionale. Dopo qualche mese dal mio arrivo ad esempio abbiamo configurato centinaia di installazioni per la fatturazione elettronica, che è stato il più giovane degli “adeguamenti” per molti, e il primo per me! 

Altri ricordi belli che porto nel cuore, nonostante il periodo fosse tutt’altro che bello, sono legati ai tempi dello smartworking “forzato” durante la pandemia. Sono stati tempi difficili per ognuno di noi, ma abbiamo avuto la fortuna di poter lavorare e di rimanere connessi con colleghi e clienti. Noi, come reparto, un paio di volte a settimana avevamo l’abitudine di collegarci per aggiornarci sulle attività davanti ad un buon caffè, anche se ognuno a casa propria. Un momento semplice ma che ci permetteva di sentirci vicini in un tempo inedito fatto di distanza e paura dell’altro. 

Ultimo, ma non per importanza, è stata sicuramente un aperitivo in barca a Sirmione che i miei colleghi hanno organizzato per me un paio di mesi prima del mio matrimonio. Devo dire che i momenti che ci ritagliamo fuori dall’ufficio sono le esperienza di “team building" che preferisco!

Molto interessante. E fuori dal contesto lavorativo, cosa ti piace fare nel tempo libero?

Mi piace molto leggere e andare a teatro che, come amo definirlo io, è il mio “sport” del cuore. 
Ma per rispondere correttamente alla tua domanda, principalmente sono attiva nella parrocchia del Duomo: amo stare con i bambini ed è con loro che passo la maggior parte del mio tempo extra lavoro. Questo ambiente mi ha dato molto nella vita ed è per questo che adoro condividere la semplicità di questi momenti al fianco delle persone a cui voglio bene.  

Infine, quali sono i tuoi sogni nel cassetto o i progetti per il futuro, sia professionali che personali?

Probabilmente, avere più tempo da dedicare a me stessa e alle mie passioni. 

Grazie mille per la tua disponibilità e per aver condiviso con noi un po' della tua esperienza e dei tuoi interessi. È stato un piacere parlare con te.

Autore: Comunicazione Data 30 maggio 2025
Come un commercialista può semplificare (e potenziare) il suo lavoro con l’Intelligenza Artificiale La figura del commercialista sta attraversando una trasformazione profonda. Se un tempo era principalmente legata alla gestione contabile e fiscale, oggi il professionista è chiamato ad assumere un ruolo sempre più consulenziale, strategico e digitale. In questo contesto, l’Intelligenza Artificiale (AI) può diventare un alleato potente. Non per sostituire il lavoro umano, ma per automatizzare le attività ripetitive, ridurre gli errori, risparmiare tempo e concentrarsi su ciò che davvero fa la differenza: il rapporto con il cliente e la visione d’insieme. Vediamo insieme come un commercialista può usare l’AI per lavorare meglio, più velocemente e con più precisione. 1. Elaborazione automatica dei documenti Quante ore si perdono a inserire manualmente fatture, ricevute, estratti conto? Con strumenti di AI per l’OCR (riconoscimento ottico dei caratteri), è possibile: digitalizzare automaticamente documenti cartacei, estrarre dati strutturati da PDF o immagini, alimentarli direttamente nei software gestionali. Il risultato? Meno tempo perso in data entry e meno margine d’errore. 2. Analisi predittiva e simulazioni fiscali Alcuni strumenti di AI sono in grado di analizzare i dati contabili storici di un’azienda e: prevedere flussi di cassa, simulare scenari fiscali, stimare anticipatamente imposte o contributi. Questo consente al commercialista di fornire consulenza proattiva, aiutando i clienti a prendere decisioni migliori, non solo a “mettere a posto i conti”. 3. Risposte automatiche e chatbot per lo studio Le domande ricorrenti da parte dei clienti sono spesso sempre le stesse: “Quando scade la prossima rata dell’IVA?” “Mi puoi rimandare il bilancio dell’anno scorso?” “Cosa devo fare per aprire una partita IVA?” Grazie a chatbot intelligenti, anche integrabili su WhatsApp o sul sito dello studio, è possibile fornire risposte automatiche e tempestive, senza togliere tempo al lavoro ad alto valore aggiunto. 4. Supporto alla scrittura e alla documentazione Con strumenti di AI generativa, come ChatGPT, è possibile: redigere bozze di comunicazioni ai clienti, creare modelli di lettere o relazioni, riassumere normative complesse o documenti lunghi. Questo consente di velocizzare la comunicazione e migliorare la chiarezza con cui si trasmettono informazioni anche complesse. 5. Controllo incrociato e rilevamento anomalie L’AI può supportare il controllo contabile evidenziando: incoerenze nei dati, transazioni sospette, scadenze dimenticate. Alcuni software gestionali integrano già funzioni di AI che segnalano possibili anomalie o suggeriscono azioni correttive. Serve essere esperti di tecnologia? No, ma serve curiosità Non è necessario essere sviluppatori o esperti informatici per iniziare a usare l’AI. Esistono oggi strumenti plug & play, molti dei quali integrabili nei software che i commercialisti già usano (come gestionali contabili, CRM, software di fatturazione). Il primo passo è la volontà di sperimentare. Conclusione: meno tempo sulle scartoffie, più valore per il cliente L’Intelligenza Artificiale non è “il futuro”: è già qui, e può aiutare concretamente i commercialisti a: ottimizzare i flussi di lavoro, offrire un servizio più efficiente e moderno, evolvere verso un ruolo più consulenziale. In un mercato sempre più competitivo, saper usare questi strumenti può fare la differenza tra restare fermi o crescere davvero.
Autore: Comunicazione Data 30 maggio 2025
Quando tutto funziona, raramente ci pensiamo. Ma basta che una rete vada giù, un file non si apra o una mail non parta… ed ecco che ci ricordiamo quanto sia importante il reparto IT. Spesso considerato una presenza silenziosa e "dietro le quinte", il team IT è in realtà il motore digitale che permette a un'azienda di funzionare, evolversi e proteggersi. In questa puntata del nostro podcast Data Carpi ne abbiamo parlato con Armando, professionista IT che lavora ogni giorno per garantire che tutto, davvero tutto, continui a girare. Cosa fa davvero un reparto IT? Non si tratta solo di “riparare i computer” o rispondere alle richieste di assistenza tecnica. Il reparto IT gestisce infrastrutture complesse, protegge i dati aziendali, sviluppa soluzioni digitali personalizzate e garantisce la continuità operativa. È un lavoro che mescola competenze tecniche, attenzione alla sicurezza e visione strategica. Tecnologia al servizio della crescita Negli ultimi anni, il ruolo dell’IT è cambiato profondamente. Non è più solo un supporto, ma un attore strategico. Un buon reparto IT: automatizza processi ripetitivi, migliora la collaborazione tra team, riduce i tempi e i costi operativi, propone soluzioni innovative per rispondere alle sfide del mercato. Un esempio concreto? La centralizzazione della gestione documentale può sembrare un intervento tecnico, ma ha impatti enormi: meno errori, più velocità, maggiore tracciabilità. E, di conseguenza, un’azienda più agile. Sicurezza, un tema sempre più centrale In un’epoca in cui ogni azienda è anche un’azienda digitale, la cybersecurity non è un optional. Phishing, ransomware, attacchi informatici sono all’ordine del giorno. Per difendersi servono: strumenti tecnologici avanzati, piani di backup e continuità, e soprattutto formazione continua del personale. Puoi avere i migliori sistemi del mondo, ma se chi li usa non è consapevole dei rischi, sei comunque vulnerabile L’IT e le nuove sfide: smart working, cloud, intelligenza artificiale Lo scenario si è evoluto: oggi il lavoro è sempre più ibrido e distribuito, le infrastrutture si spostano nel cloud e tecnologie come l’intelligenza artificiale aprono nuove possibilità. Il reparto IT deve essere pronto a gestire questa complessità, bilanciando innovazione e sicurezza, flessibilità e controllo. Conclusione: più visione, meno emergenze Il reparto IT è molto più di un “pronto soccorso tecnologico”. È una risorsa strategica per la trasformazione digitale dell’azienda. Collaborare con il team IT non significa solo “chiedere aiuto”, ma costruire insieme soluzioni che semplificano il lavoro, migliorano i risultati e rendono l’organizzazione più sicura. Il futuro delle aziende passa anche da qui: da un reparto IT che lavora con tutti, per tutti.