Nel mese di Maggio riparte il ciclo di webinar accreditati Sistemi per
commercialisti.

Anche quest’anno riprendono i webinar accreditati Sistemi, e ogni evento è organizzato in più date per dare la possibilità di partecipare a un maggior numero di voi.

Di seguito i webinar previsti e le relative date:

1) La business intelligence in studio valorizza i servizi ai clienti e migliora l’organizzazione
Il mondo si muove velocemente.
Fino a non molto tempo fa conoscere le tabelle pivot in Excel permetteva di differenziarsi dalla concorrenza: oggi non è più così e le tabelle pivot sono entrate a far parte integrante delle conoscenze di base. Con la stessa velocità sono nate e si sono affermate nuove tecnologie che facilitano la gestione e l’analisi dei dati a beneficio del processo decisionale. É qui che entra in scena Power BI: la sua facilità d’uso, la potenza di calcolo e la grande flessibilità la rendono uno strumento indispensabile anche nelle mani del commercialista per tenere sotto controllo l’andamento dello studio professionale e per ideare e proporre servizi innovativi ai propri clienti.
DATE DISPONIBILI:
  1. πŸ“… 22/05
  2. πŸ“… 01/10
  3. πŸ“… 12/11
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2) Gli adempimenti dei professionisti in materia di antiriciclaggio e soluzioni operative per la gestione
L’adeguamento della disciplina antiriciclaggio alla normativa comunitaria vede coinvolti attivamente anche i professionisti dell’area giuridico – contabile.
Ad essi il legislatore ha richiesto e continua a richiedere un contributo determinante nella lotta all’utilizzo di proventi illeciti, al fine di contrastare il fenomeno del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. L’introduzione nel nostro codice penale del reato di auto riciclaggio ha ampliato ulteriormente i fenomeni e i comportamenti che i destinatari della normativa devono monitorare e valutare.

DATE DISPONIBILI:
  1. πŸ“… 04/06
  2. πŸ“… 24/09
  3. πŸ“… 24/10


3) La continuità aziendale e gli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili
Per rilevare tempestivamente la crisi dell’impresa e la perdita di continuità aziendale, il nuovo quadro normativo ha voluto enfatizzare il ruolo attivo dell’imprenditore a cui è necessario che si affianchi la figura di un professionista in grado di supportarlo nella realizzazione di un adeguato assetto organizzativo, amministrativo e contabile, in funzione della natura dell’attività economica e delle dimensioni dell’impresa. 

DATE DISPONIBILI:
  1. πŸ“… 12/06
  2. πŸ“… 09/10
  3. πŸ“… 21/11


4) Nuove tecnologie a supporto dell'attività professionale
Rendere più efficienti i processi amministrativi e contabili è ormai una priorità per gli studi professionali, anche grazie a soluzioni che consentono di automatizzare molte delle attività svolte quotidianamente.
Tramite l’ausilio delle API è possibile interrogare i server delle banche per acquisire acquisire i dati delle movimentazioni bancarie dei clienti di studio e alimentare automaticamente le registrazioni contabili.
DATE DISPONIBILI:
  1. πŸ“… 20/06
  2. πŸ“… 17/10
  3. πŸ“… 28/11


5) Massimizzare i profitti eccellendo nella gestione dello studio e dei suoi professionisti
Per gestire al meglio uno studio professionale è necessario saper sviluppare con efficienza i tre elementi chiave: i clienti, il gruppo di professionisti e i servizi offerti.
Il successo per uno studio professionale è avere contemporaneamente clienti fedeli, servizi eccellenti e professionisti soddisfatti. Per ottenere questo risultato occorre avere organizzazione e processi gestionali sofisticati.
Questo evento è pensato per fornire a soci e professionisti degli studi spunti e strumenti per rendere l’organizzazione performante in tutte le sue componenti, anche analizzando il contesto competitivo in cui l’organizzazione opera.

DATE DISPONIBILI:
  1. πŸ“… 02/07
  2. πŸ“… 05/11
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6) Far crescere lo studio focalizzandosi sui clienti e sul marketing:
Clienti fedeli, servizi eccellenti e professionisti soddisfatti sono i tre ingredienti fondamentali per il successo di uno studio professionale. Per ottenere questo risultato è necessario organizzare al meglio lo studio e gestirne i processi in modo efficiente.
Questo evento è pensato per fornire a soci e professionisti degli studi spunti e strumenti utili per sviluppare la propria base clienti e ottimizzare il valore di ciascun cliente.
Il programma è strutturato in due parti: la prima sul contesto competitivo e i trend in atto nel settore, la seconda su come definire il posizionamento strategico dello studio, massimizzare il valore dei clienti attuali e acquisirne di nuovi.


DATE DISPONIBILI:
  1. πŸ“… 16/07
  2. πŸ“… 10/12
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Cordiali Saluti,
Il Team di Data S.r.l.



Autore: Comunicazione Data 28 ottobre 2025
In un mondo in cui le aziende generano ogni giorno quantità sempre maggiori di dati, il vero vantaggio competitivo non sta più solo nella raccolta, ma nella capacità di interpretarli e comunicarli. E qui entra in gioco la rappresentazione grafica dei dati: trasformare numeri e tabelle in immagini comprensibili, immediate e utili. Perché visualizzare i dati? Il nostro cervello è molto più veloce nell’elaborare forme e colori che non righe di numeri. Un grafico ben costruito può mostrare in pochi secondi una tendenza o un’anomalia che, in una tabella di Excel, rischierebbe di passare inosservata. In azienda questo significa: decisioni più rapide, perché le informazioni diventano accessibili a tutti, non solo agli analisti; comunicazione più chiara, anche tra reparti diversi; riduzione del rischio di errore, grazie a una lettura più intuitiva. Principi di una buona visualizzazione Non basta “mettere un grafico”: la rappresentazione dei dati è un vero e proprio linguaggio che va usato con attenzione. Alcune regole fondamentali: Scegliere il grafico giusto: Ogni dato ha la sua forma ideale. Linee per mostrare trend, barre per i confronti, torte solo quando le parti non sono troppe. Puntare sulla chiarezza: Meno è meglio. Meglio pochi grafici, semplici e leggibili, piuttosto che dashboard piene di elementi confusi. Usare i colori con criterio: Il colore deve guidare l’occhio verso ciò che conta, non decorare. Se tutto è evidenziato, nulla è davvero importante. Pensare all’utente finale: Il grafico deve rispondere a un a domanda concreta: “Sto vendendo di più?”, “Il progetto è in ritardo o in linea?”. Se la risposta non è immediata, la visualizzazione va rivista. Gli errori più comuni Grafici 3D eccessivi, che complicano invece di semplificare. Troppi dati nello stesso spazio, che creano rumore visivo. Mancanza di contesto, cioè numeri mostrati senza riferimenti o spiegazioni, che li rendono poco utili. Interattività: dal report statico al dashboard Un tempo i grafici erano “figure statiche” dentro report cartacei o PDF. Oggi, con strumenti di Business Intelligence, possiamo renderli interattivi: filtri, drill-down, cambi di prospettiva in tempo reale. Un esempio concreto è Microsoft Power BI, che permette di collegare dati provenienti da fonti diverse e trasformarli in dashboard navigabili. Non si tratta solo di estetica, ma di offrire alle persone la possibilità di esplorare i dati in autonomia e trovare le risposte alle proprie domande. Cultura dei dati: oltre lo strumento Però attenzione: non basta avere lo strumento migliore. Serve anche una cultura dei dati. Significa: formare le persone a leggere i grafici in modo critico, ο»Ώ garantire la qualità dei dati, incentivare i team a usare davvero queste informazioni nei processi decisionali quotidiani. Conclusione La rappresentazione grafica dei dati è molto più di un vezzo estetico: è il ponte che trasforma informazioni grezze in insight strategici. In un contesto aziendale fatto di velocità, complessità e competizione, imparare a raccontare i dati in modo chiaro è una competenza imprescindibile. Che si tratti di un semplice grafico a barre o di un dashboard interattivo creato con Power BI, la regola rimane la stessa: non basta mostrare i dati, bisogna renderli comprensibili e utili.
Autore: Comunicazione Data 24 settembre 2025
Nel podcast di Data Carpi abbiamo introdotto l’argomento intelligenza artificiale, cercando di spiegare in modo semplice cos’è e come già oggi entra nelle nostre vite. Ma un episodio non basta per affrontare un tema così vasto e ricco di sfaccettature. Ecco perché questo articolo vuole essere un approfondimento: non una lezione tecnica, ma un racconto discorsivo che aiuti a capire meglio le potenzialità e i limiti dell’AI, e soprattutto a immaginare cosa può significare per un territorio come il nostro. Oltre i luoghi comuni Quando si parla di intelligenza artificiale, spesso emergono due visioni opposte: da un lato l’entusiasmo esagerato, quasi da fantascienza, dall’altro la paura che “le macchine ci ruberanno il lavoro”. La realtà, come spesso accade, sta nel mezzo. L’AI non è magia, ma tecnologia. È fatta di dati, algoritmi e calcoli matematici che permettono a un computer di riconoscere schemi, fare previsioni, proporre soluzioni. Questo significa che la sua efficacia dipende molto da ciò che le mettiamo dentro: se i dati sono scarsi o distorti, anche i risultati lo saranno. È un po’ come una ricetta: se gli ingredienti non sono buoni, anche il piatto finale deluderà. Le sfide nascoste Dietro le promesse dell’AI ci sono alcune sfide importanti che è giusto conoscere. La qualità dei dati : avere tanti dati non basta, serve che siano corretti, aggiornati e rappresentativi. La trasparenza : molti sistemi funzionano come “scatole nere”, producono un risultato senza che sia chiaro il perché. In certi settori, come la sanità o la pubblica amministrazione, questo è un problema serio. La privacy : viviamo in un contesto in cui la protezione dei dati personali è un diritto e un dovere, regolato da norme come il GDPR. Ogni progetto basato su AI deve tenerne conto. Non sono ostacoli insormontabili, ma richiedono attenzione e responsabilità da parte di chi sviluppa e di chi utilizza queste tecnologie. Dove l’AI può fare davvero la differenza Nonostante le complessità, le applicazioni dell’AI sono già realtà e possono portare benefici concreti. Nelle aziende manifatturiere si parla di manutenzione predittiva : grazie a sensori e modelli matematici è possibile anticipare un guasto e ridurre i tempi di fermo macchina. Nei servizi al cittadino, chatbot e sistemi intelligenti possono migliorare l’accesso alle informazioni e ridurre le attese. Anche il mondo artigiano e creativo trova nuove possibilità: strumenti che generano prototipi, analisi dei trend di mercato, soluzioni per personalizzare l’offerta. Queste non sono visioni lontane: sono già disponibili, e molte imprese stanno iniziando a sperimentarle. L’impatto sul lavoro e sulla comunità Uno dei temi più discussi riguarda il lavoro. È vero, alcune mansioni ripetitive verranno progressivamente automatizzate. Ma allo stesso tempo nasceranno nuove figure professionali: servono persone in grado di gestire, interpretare e controllare l’AI. Non basta avere la tecnologia, bisogna saperla guidare. Per questo la formazione diventa centrale: scuole, università, enti locali hanno il compito di preparare le competenze necessarie. Un territorio come Carpi può giocare un ruolo importante, investendo in percorsi che uniscano tradizione e innovazione, saper fare artigiano e competenze digitali. Perché Data può essere protagonista L’Emilia-Romagna è già un distretto tecnologico e manifatturiero riconosciuto a livello europeo. Carpi, con il suo tessuto di piccole e medie imprese, ha molto da guadagnare dall’adozione intelligente dell’AI. Non si tratta solo di “stare al passo coi tempi”, ma di usare questa tecnologia per rendere più efficienti i processi, più sostenibile la produzione, più competitivi i prodotti sul mercato globale. Immaginiamo un’azienda tessile che, grazie a strumenti di analisi predittiva, riduce gli sprechi di materiale; o una cooperativa che usa l’AI per comprendere meglio i bisogni dei clienti e offrire soluzioni personalizzate. Non sono scenari fantascientifici, sono possibilità reali che possono rafforzare il territorio. Conclusione L’intelligenza artificiale non è solo una moda tecnologica: è uno strumento che, se usato con responsabilità, può migliorare la qualità del lavoro, dei servizi e della vita delle comunità. Non basta l’entusiasmo e non serve farsi prendere dal timore: ciò che conta è conoscere, sperimentare e formarsi. ο»Ώ Per noi di Data Carpi la sfida è questa: raccontare l’AI in modo chiaro, accessibile e utile a chi vive e lavora qui. Perché il futuro non è scritto nei laboratori delle grandi multinazionali, ma anche nelle scelte quotidiane delle imprese e delle persone del nostro territorio.